martedì 20 dicembre 2016

Westworld

Un Paese dei Balocchi, dove ogni visitatore possa fare quello che vuole. Anche se non era questa l'idea iniziale dei suoi creatori, Westworld è così. Facoltosi ospiti paganti posso interagire con sofisticati androidi umani e senzienti (secondo una programmazione di base predefinita) e vivere storie ed avventure nel far west americano.
Qui si intrecciano le storie dei visitatori e quelle dei robot, finché alcuni di loro non paiono lasciar emergere dalla loro programmazione un'umanità, forse, inaspettata.
Nel mondo reale che li circonda, intanto, il Dottor Ford, loro padre e creatore, sta creando il suo ultimo filone narrativo e deve cercare di resistere alle pressioni della Delos, l'azionista di maggioranza del parco di divertimenti.

Un ritorno al passato per chi, come me, ha vissuto l'epopea del film Westworld scritto e diretto da Michael Chricton ed interpretato da un grande Yur Brinner, da bambino. Lì l'ambientazione era già più vasta, con ben tre mondi messi a disposizione dalla Delos, e la storia efficace colpiva l'immaginazione. Un film che ha segnato alcuni sogni notturni del me bambino e che ho recentemente rivisto, volentieri, su raggio blu.
Ora Jonathan Nolan e Lisa Joy sono riusciti a convincere la HBO (quelli del Trono di Spade) a realizzarne una serie tv. Ora si fa per dire. La gestazione di questo show televisivo risale già dalla fine degli anni '90 del secolo scorso, ma solo nel 2014 si è riusciti a produrre il pilot che apre questa stagione del 2016. Una serie tv dagli episodi di durata variabile, mediamente quasi sessanta minuti di spettacolo, con la punta di oltre novanta per l'episodio finale, che prende spunto dal film originale, ma ne getta anche le basi. Tra intrighi ed avventure si scopre l'origine del parco, chi lo ha creato, le implicazioni sociali della creazione degli eccezionali animatroni che lo popolano. La narrazione avviene spedita, non assistiamo a puntate riempitivo tipiche di serie ben più lunghe (anche in modo in opportuno), e richiede una certa dose di attenzione da parte del pubblico, ai dettagli. Ciò che pensiamo durante le prime nove puntate potrebbe non rivelarsi corretto alla luce di quanto visto nell'ultima. Ultimo episodio che risponde in modo brillante a tutte le domande che la serie ci ha posto in quelli prima, lasciando, ovviamente, aperte un paio di porte per la seconda stagione (che notizia di fine novembre, non vedrà la luce prima del 2018, e forse qui si vede la programmazione di tipo cinematografico del piccolo di casa Nolan).
E son Dolores
L'impianto narrativo è abbastanza semplice. Viviamo le avventure di alcuni ospiti, alla scoperta di loro stessi, gli intrighi di poteri nella dirigenza del parco, e l'evoluzione degli androidi che aspirano, consapevolmente o per via della loro programmazione?, ad una condizione da umano (ma sarà poi un evolversi od un regredire? La condizione umana è così invidiabile da volerla raggiungere?.
Le avventure degli ospiti. Westworld è un grande videogioco dal vivo. Quando si raggiunge il parco a bordo del treno, metafora del caricamento della partita?, si entra in contatto sia con altri ospiti, giocatori, umani ed ad dei veicoli d'avvio dell'avventura, i png interpretati dagli androidi. In un mondo senza regole dove si può uccidere (non gli umani) senza essere uccisi (dagli androidi), i primi istinti a scatenarsi sono quelli della violenza e del sesso. Non a caso il luogo più frequentato di Sweetwater, il portale d'accesso a tutte le missioni, è il Saloon/Bordello. Da qui si parte. Si può salvare l'ubriacone dalla diligenze e lui ci racconterà di come trovare quel tesoro, dare la caccia agli indiani, diventare sceriffo o muoversi sulle tracce del misterioso Wyatt.



Gli intrighi di potere. Westworld non è solo un parco giochi è, anche, una redditizia società per azioni, in mano alla Delos, con una tecnologia conosciuta nei dettagli solo da un uomo il Dottor Robert Ford. Lui ed il suo socio Arnold, più di trenta anni fa, crearono la prima attrazione e l'ambientazione di Westworld. Ora lui è il solo a conoscere ogni dettaglio sia del parco che della tecnologia che permette agli androidi di essere così reali. Ha un solo, fidato, assistente, Bernard, ed il resto del board contro. La situazione è difficile da gestire, ma il Dottor Ford è dotato di più risorse di quante il Consiglio possa sospettare (forse, persino, di quante lo spettatore possa supporre).



Gli androidi e la loro evoluzione. Nei trenta anni di attività del parco molte attrazioni hanno manifestato dei problemi. Se alcune sono state riparate, riprogrammate e rimesse in attività (magari in nuovi ruoli, a seconda dei filoni narrativi attivi), altre sono state proprio ritirate. Alcune ancora in attività, poche per la verità, tipo Dolores manifestano, però, comportamenti decisamente anomali rispetto a quelli degli altri androidi: sentono voci, sembrano avere sentimenti. Durante i controlli di routine, però, tutte queste anomalie non vengono rilevate dai tecnici addetti. Solo una, Maeve, però, riesce a superare la sua programmazione ed a prendere il controllo del suo destino.


Westworld può contare su un cast di eccezionale caratura. 
Si parte con Sir. Anthony Hopkins. Perfetto nei panni del Dott. Ford. Sono veramente contento che si sia imbarcato in un'avventura del genere. La sua presenza dona allo spettacolo decisamente più fascino e la sua interpretazione è decisamente sublime in ogni momento.

Ed Harris è un misterioso cowboy vestito di nero, avrà qualche legame con il personaggio a cui Brinner aveva donato la vita nel film originale? Un cercatore di misteri che da anni viene a Delos e che ne vuole risolvere il più profondo. Forse l'ultimo.
Evan Rachel Wood (Dolores), una contadinella innocua innamorata del bel Teddy. Le loro strade, per via dei filoni narrativi, sono destinate, spesso, a non incrociarsi. Sarà in lei che nascerà la coscienza che porterà sia lo spettatore che William (Jimmi Simpson), un visitatore, a porsi domande importanti. Brava. La sua parte è decisamente complicata ed potuto mostrare delle doti interpretative interessanti.



Thandie Newton ritorna dopo anni che l'avevo persa dai radar. Qualche anno in più, una gravidanza, ma un fisico decisamente eccezionale (che la HBO ha deciso di mettere in risalto in più di una situazione). L'evoluzione del suo personaggio è un gran passo nello show, ma, a volte, si dimentica l'espressività.



James Marsden, è il già nominato Teddy Flood, e si beh, c'è. Un po' combattuto, un po' turbato, un po' inutile, un po' di tutto. Forse il personaggio che mi ha convinto meno, nonostante il suo ruolo chiave.
Jeffrey Wright nei panni di Bernard Lowe è bravo, ma la decisione di mettere gli occhiali in punta sul naso è veramente irritante. Li tiene così, li pulisce, ma non ci guarda quasi mai attraverso. Ricco di sorprese.

Il finale della serie risponde effettivamente, come promesso, a quasi tutte le domande e ne pone un altro paio. Tuttavia se tutta la serie l'ho trovata eccezionale sono rimasto deluso dagli ultimi venti minuti. La chiusa è abbastanza scontata, ma spero che sia utile per l'inizio della seconda. Un po' fuori luogo l'unica scena post titoli di coda di tutto lo show.

Ovviamente da vedere.

Titolo originale Westworld 

Paese Stati Uniti d'America 
Anno 2016 – in produzione 
Formato serie TV 
Genere drammatico
Stagioni 1 
Episodi 10 
Durata 57-91 min (episodio) 
Lingua originale inglese 

Caratteristiche tecniche
Rapporto 16:9 
Risoluzione 1080i 
AudioDolby Digital 5.1 

Crediti

Ideatore Jonathan Nolan, Lisa Joy 

Interpreti e personaggi

Evan Rachel Wood: Dolores Abernathy
Thandie Newton: Maeve Millay
Jeffrey Wright: Bernard Lowe
James Marsden: Teddy Flood
Ben Barnes: Logan
Clifton Collins Jr.: Lawrence
Ingrid Bolsø Berdal: Armistice
Luke Hemsworth: Ashley Stubbs
Sidse Babett Knudsen: Theresa Cullen
Simon Quarterman: Lee Sizemore
Rodrigo Santoro: Hector Escaton
Angela Sarafyan: Clementine Pennyfeather
Tessa Thompson: Charlotte Hale
Jimmi Simpson: William
Shannon Woodward: Elsie Hughes
Ed Harris: l'Uomo in Nero
Anthony Hopkins: Dott. Robert Ford


Doppiatori e personaggi

Valentina Favazza: Dolores Abernathy
Rossella Acerbo: Maeve Millay
Roberto Draghetti: Bernard Lowe
Francesco Bulckaen: Teddy Flood
Gianfranco Miranda: Logan
Simone D'Andrea: Ashley Stubbs
Christian Iansante: Lawrence
Ilaria Latini: Armistice
Alessandra Korompay: Theresa Cullen
Riccardo Scarafoni: Lee Sizemore
Riccardo Rossi: Hector Escaton
Roberto Gammino: William
Domitilla D'Amico: Elsie Hughes
Rodolfo Bianchi: l'Uomo in Nero
Dario Penne: Dott. Robert Ford

Musiche Ramin Djawadi 
Produttore esecutivo Bryan Burk, Jerry Weintraub, Jonathan Nolan, Lisa Joy, J.J. Abrams 
Casa di produzione Kilter Films, Bad Robot Productions, Jerry Weintraub Productions, Warner Bros. Television 

Prima TV Stati Uniti d'America
Dal 2 ottobre 2016 
Rete televisiva HBO 

Prima TV in italiano (pay TV)
Dal 10 ottobre 2016 
Rete televisiva Sky Atlantic 

Premi e candidature

2016
Critics' Choice Television Awards Miglior nuova serie televisiva

Critics' Choice Television Awards Migliore attrice in una serie drammatica a Evan Rachel Wood
Migliore attrice non protagonista in una serie drammatica a Thandie Newton
Candidatura per la Migliore serie drammatica

2017
Satellite Awards Candidatura per la Miglior serie tv di genere
Candidatura per la Migliore attrice in una serie drammatica a Evan Rachel Wood

People's Choice Awards Candidatura per la Serie TV sci-fi/fantasy preferita

Premio Golden Globe Candidatura per la Miglior serie drammatica
Candidatura per la Miglior attrice in una serie drammatica a Evan Rachel Wood
Candidatura per la Migliore attrice non protagonista in una serie, mini-serie o film per la televisione a Thandie Newton

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