martedì 9 agosto 2016

Stranger Things

6 novembre 1983. Dopo la loro classica campagna serale di Dungeon's & Dragons i quattro dodicenni, Mike, Dustin, Will, Lucas devono tornare alle loro case. Mike li ha ospitati e gli altri tre inforcano le loro bici. Le strade di Hawkins sono deserte, la cittadina, da sempre, tranquilla. Lucas è il primo ad arrivare. Dustin e Will decidono di fare una gara fino a casa del primo, Will proseguirà, abita più lontano. Solitario, su strade poco illuminate e deserte, nei pressi di Bosco Atro, qualcosa gli si para davanti. Will si spaventa, cade dalla bici, si ferisce e, di corsa, raggiunge casa sua. Spaventato, sa di essere stato seguito, e cerca di sfuggire in ogni modo al suo predatore. Non ci riesce,

Jonathan e Joyce, suo fratello maggiore e sua mamma, la mattina dopo non lo trovano a casa. Si preoccupano e contattano l'ufficio dello sceriffo perchè indaghi sulla scomparsa del ragazzino.

Nello stesso lasso di tempo, nei recessi della compagnia di distribuzione di energia di Hawkins è successo qualcosa. Un portale verso un'altra dimensione si è aperto e da qui ha avuto accesso al nostro mondo il cacciatore di Will. Il capo in testa, Dr. Martin Brenner, accompagnato dal suo losco passato, aiutato dall'esercito americano e dalla sua polizia militare, ne è alla caccia. Ha, però, un altro problema: la fuga di una ragazzina di dodici anni, dai capelli rasati, che teneva prigioniera e che sottoponeva a strani esperimenti, il cui solo nome è Undici.

La caccia al mostro, la fuga di Undici, la ricerca di Will da parte dei suoi amici e dei suoi familiari (gli uni all'insaputa degli altri) metteranno in moto una serie di eventi decisamente pericolosi.
La cumpa
Te ne hanno parlato tanto che alla fine l'hai vista anche tu. Non sei partito convinto, ma la partita iniziale a D&D, quello con la scatola rossa, quello vero, quello senza troppo regole e prove rallenta gioco, ti ha fatto dire "Però! Forse, forse." Ecco, ma è finita lì.
Sono solo otto puntate e, anche per questo, si arriva in fondo alla serie con interesse, ma l'effetto, per chi ha vissuto davvero gli anni de I Goonies, Poltergeist, Stand By Me, Et è "è tutto finto". Se questo genere di finzione aveva funzionato abbastanza bene in Super8, qui non ci riesce. Summa tutto ciò che è stato visto, letto e scritto negli anni del cinema di culto, ma, proprio per questo non riesce ad immedesimarmi nell'effetto nostalgia cercato. L'ambientazione, fondamentale per un progetto del genere, è, in ogni caso, riuscita. Nonostante l'effetto svuota cantina, spesa su ebay e ripescaggio oggetti di scena vintage, l'atmosfera di Hawkins, delle sue strade, le case alla Elm Street, gli abiti, i veicoli, le biciclette, creano una connessione tra lo spettatore, più giovane, con qualcosa che non c'è più e che non ha vissuto.

Variazioni nella cumpa
Anche la scrittura, esibizionisticamente citazionista, tanto da mettere sul fuoco più carne possibile, ricrea tutti gli stereotipi nati nel decennio d'oro per le avventure dei ragazzini. Si parte dal walkie talkie, che ti permetteva di parlare con il mondo intero, le bici BMX, o simili, simbolo di libertà e di avventura per tutti i preadolescenti, i bulltetti grandi e piccoli (che non sono scomparsi nei decenni), le torce elettriche, la fionda che ha sconfitto IT, il padre assente, la madre che c'è sempre a parole, ma alla fine non c'è neanche lei, la ragazzina da copertina di Cioè, gli esperimenti segreti, l'orrore nascosto, il poliziotto di città trasferitosi, per motivi personali, in provincia, i superpoteri della ragazzina aliena, ma che è solo frutto di un esperimento incosciente. C'è tutto, non manca niente. C'è troppo. Quello che manca è l'originalità narrativa. Tutto telefonato, nessuna sorpresa, nessun plot twist che scardini la convinzione di sapere ciò che succederà. Anzi, a volte, la stesura risulta persino lacunosa, lasciando senza risposta domande a cui avrebbe dovuto darle. Oltre a questi piccolo buchi narrativi c'è una domanda che mi ha perseguitato per alcune puntate centrali: possibile che una madre che ha appena seppellito un figlio, il minore, e non vede il secondo, il maggiore, per giorni se ne vada in giro a farsi i fatti suoi senza essere preoccupata?

Passeggiata sui binari del treno? C'è!
Sotto il profilo del cast niente da eccepire, invece. Se non che si i cacciatori di talenti han voluto, ancora una volta, ricreare eccessivamente l'atmosfera di Stand by Me e de I Goonies calando ragazzini moderni nei panni di quelli storici.


Il quartetto di nerdini protagonista della serie è azzeccato, ma fin troppo stereotipato.

Dai, prova tu.
Nancy, sorella di Mike, ha una buona crescita, ma si porta dietro un zavorra decisamente pesante, sin dai primi episodi.


Un cognome da citazione.
Dello sceriffo si è detto. Un passato solo accennato per tutta la serie che salta, prepotente, fuori nell'ultimo episodio.

Miss Epistassi 2016.
Undici. Poteri derivanti da un esperimento dell'esercito. E', ovviamente, collegato a lei l'arrivo dell'essere nel nostro mondo*. E' una piccola ET umanizzata. Brava lei, anche se la richiesta di inespressività del suo personaggio non le può, a priori, aprire una porta per nuovi ruoli in altre produzioni.

Prima fono e poi lacco, giusto?
Matthew Modine è uno dei due nomi famosi del cast di Stranger Things. Non l'ho mai seguito nei suoi lavori precedenti, non mi ricordo, senza consultare IMDB, un suo film famoso (se escludiamo Full Metal Jacket ed un cameo ne Il Cavaliere Oscuro). Il ruolo, con quei capelli bianchi e vaporosi si addice parecchio al suo fisico ed al suo viso. Scelta azzeccata.

E giungiamo al vero motivo per il quale mi sono cimentato nella visione di questa serie.

Finalmente!

Winona Rider alla sua prima serie televisiva come protagonista. Ragazza prodigio degli anni qui narrati, relegata da Hollywood ai margini per i suoi problemi personali e con la legge, ritornata al successo con Il Cigno Nero, esibisce tutte le sue migliori doti in questa incarnazione. E' una madre della classe lavoratrice americana, divorziata, due figli, tante responsabilità. Mette in scene le nevrosi di una madre che sa di avere ragione, nonostante non sia creduta da nessuna. Una madre disposta a mettere in gioco la sua propria vita per ciò in cui crede: che il figlio sia ancora vivo a discapito delle evidenze in cui tutti gli altri credono.
Unico difetto del suo ruolo? L'eccessivo "effetto lucido" che è stato scelto, dai truccatori o chi per loro, alla sua pelle. Decisamente fastidioso. Verso la fine sparisce e la sua prestazione artistica si apprezza ancora di più.

I Duffer Brothers, gente mai sentita, ha raggiunto lo scopo previsto: portare in scena un mix tra horror e fantascienza che si rifacesse ai classici di Carpenter e Stephen King della gloriosa epoca del secolo scorso che ha segnato il cinema avventuroso con e per ragazzi.

Un messaggio da Babbo Natale?
Curiosa l'impostazione grafica del titolo della serie, come curiosa è la scelta del modo in cui presentare ogni episodio, capitolo, della vicenda. Costruzione ispirata ai lavori di Richard Greenberg, disegnatore delle grafiche dei titoli di testa di come Alien, Stati di allucinazione, Superman e I Goonies,e miscelata con la scelta di ricalcare lo stile dei titoli delle copertine dei libri di Stephen King. Il fon scelto per proporre le lettere del titolo della serie ricordano ed il particolare effetto di dissolvenza   i titoli di testa de La zona morta.

La serie, in se per se, è ben realizzata. L'effetto finto, però, sovrasta gran parte della messa in scena. Si lascia vedere, ma non capisco l'eccessivo entusiasmo intorno a questo fenomeno. Se volessero, davvero, realizzare una seconda stagione dovrebbe seguire il percorso tracciato da American Horror Story: stesso titolo, mistero diverso.

Visto che la caratteristica fondamentale della sere è il diretto omaggio ai film di fantascienza ed horror degli anni '80d el secolo scorso, ecco, direttamente da Wkipedia, una serie di citazioni e riferimenti, con i quali si può essere d'accordo o meno, che vi potete trovare davanti durante la visione:

Caratteristica della serie è l'omaggio a molte pellicole cinematografiche del cinema fantastico; tra i riferimenti di maggior rilievo:
il legame tra i ragazzi protagonisti e le loro avventure ricordano I Goonies e Stand by Me - Ricordo di un'estate;
il modo con cui "Undici" e Mike si conoscono e molte altre scene che li vedono protagonisti ricordano E.T. l'extra-terrestre:
le creature senza volto presentano elementi in comune con le creature di Predator e Alien; il modo con cui sono attratte dal sangue ricorda invece Lo squalo:
il modo con cui Will cerca di comunicare nella propria casa con la madre dopo la sua scomparsa è molto simile a quanto visto in Poltergeist, mentre la scena in cui si vedono le pareti distendersi ricorda Videodrome:
"Undici" raggiunge il suo pieno potenziale in stato di completo isolamento in una vasca di deprivazione sensoriale similmente a quanto avviene in Stati di allucinazione; le sue capacità ricordano le protagoniste di Carrie e Fenomeni paranormali incontrollabili:
l'investigazione fotografica di Jonathan e Nancy ricorda Blow-Up:
l'ossessione che Joyce sviluppa verso il soprannaturale e il tentativo di mettersi in contatto con il figlio ricorda Incontri ravvicinati del terzo tipo:
il laboratorio segreto governativo ricorda quello di The Manhattan Project:
il litigio tra Jonathan e Steve nel sesto episodio ricorda quello di Roddy Piper e Keith David in Essi vivono:
Dustin fa più volte riferimento al tradimento di Lando in L'Impero colpisce ancora:
a casa di Jonathan si vede la locandina di La casa; in quella di Mike quella di La cosa:
il nome di diversi personaggi rappresenta omaggi ad artisti o protagonisti di altri film; l'agente che trova il corpo di Will ad esempio si chiama O'Bannon in onore di Dan O'Bannon, autore della prima regia di John Carpenter:
il modo con cui chi entra nel "sottosopra" rischia di trovarsi davanti le creature e come queste trascinino lì le proprie vittime ricordano i sogni di A Nightmare on Elm Street:
la scena in cui Jonathan, mentre è alla ricerca del fratello, si ferma per spiare Nancy a casa di Steve ricorda Omicidio a luci rosse:
la radio della scuola con cui i ragazzi riescono a mettersi in contatto con l'altra dimensione ricorda quella di The Fog:
il modo con cui Undici usa i suoi poteri sui nemici facendo anche uscire del sangue dai loro occhi ricorda Scanners:
lo stile registico è stato spesso accostato a quello di Spielberg; le atmosfere ricreate, e specialmente i sottofondi musicali utilizzati, ricordano quelli di Carpenter.

In ogni caso, subriferimenti ad Aliem e Ritorno al Futuro sono ritrovabili nella rappresentazione visiva della narrazione.

Titolo originale Stranger Things 

Paese Stati Uniti d'America 
Anno 2016 – in produzione 
Formato serie TV 
Genere suspense
Stagioni 1 
Episodi 8 
Durata 47-51 min (episodio) 
Lingua originale inglese 

Caratteristiche tecniche
Rapporto 2:1 
Risoluzione 4K 
Audio Dolby Digital 5.1 

Crediti

Ideatore Matt e Ross Duffer 

Interpreti e personaggi

Winona Ryder: Joyce Byers
David Harbour: Jim Hopper
Finn Wolfhard: Mike Wheeler
Millie Bobby Brown: "Undici"
Gaten Matarazzo: Dustin Henderson
Caleb McLaughlin: Lucas Sinclair
Natalia Dyer: Nancy Wheeler
Charlie Heaton: Jonathan Byers
Cara Buono: Karen Wheeler
Matthew Modine: Dr. Martin Brenner
 

Doppiatori e personaggi

Giuppy Izzo: Joyce Byers
Alessandro Budroni: Jim Hopper
Tommaso Di Giacomo: Mike Wheeler
Chiara Fabiano: "Undici"
Mattia Fabiano: Dustin Henderson
Luca De Ambrosis: Lucas Sinclair
Veronica Benassi: Nancy Wheeler
Federico Campaiola: Jonathan Byers
Annunziata Di Somma: Karen Wheeler
Stefano Benassi: Dr. Martin Brenner
 

Produttore esecutivo Matt Duffer, Ross Duffer, Shawn Levy, Dan Cohen 
Casa di produzione Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre 

Prima visione
Pubblicazione originale
Dal 15 luglio 2016 
Sito web Netflix 

Pubblicazione in italiano
Dal 15 luglio 2016 
Sito web Netflix 

*se sei arrivato qui è perchè hai visto l'asterisco lassù. Ora... Se vai avanti a leggere ti becchi uno spoiler grande come una casa. Ti avviso.

Ti ho avvisato.

Non ti avviso più.

Il finale... Se il Sottosopra dove è stato relegato Will per tutta la stagione non fosse una dimensione parallela? Se la pulce necessaria per raggiungerlo non aprisse un passaggio verso un altro mondo, ma verso il futuro del nostro?
Will viene trovato intubato dalla creatura (un'imbozzolatura stile Alien) e, una volta tornato a casa, tossisce nel lavandino un lumacone. Se quel lumacone non fosse "il figlio della cosa", ma la cosa stessa? Se l'atmosfera del mondo in negativo fosse pericolosa per una battaglia condotta dall'umanità nel futuro e quella creatura fosse l'unica sopravvissuta?

Poco prima del finale: perchè lo sceriffo lascia dei biscotti e dei Waffle in quella cassa nel bosco? Cosa gli hanno detto i militari quando l'hanno prelevato all'uscita dell'ospedale in cui il redivivo Will stava venendo assistito?

Manca qualcuno.

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